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Rischio igienico-sanitario

In questa tipologia di rischio vengono fatte rientrare le problematiche conseguenti alla trasmissione di malattie infettive e diffusive nella popolazione umana e animale.

Per quanto riguarda l’ambito umano va considerato il rischio dell’insorgenza di epidemie connesse al circuito oro–fecale (tifo, paratifo, salmonellosi, ecc.) che trovano veicolo di trasmissione nell’acqua e negli alimenti, soprattutto in presenza di precarie condizioni igienico–sanitarie.

Di norma, tali situazioni si riscontrano nei Paesi in via di sviluppo, ma possono determinarsi anche sul nostro territorio, per effetto di eventi calamitosi di altra natura (es. eventi alluvionali con contaminazione di suolo e/o acqua da parte di fanghi infetti o comunque inquinati).

Inoltre, negli ultimi anni il flusso migratorio dai Paesi del Sud del mondo si è notevolmente accentuato e molti immigrati si sono sistemati in strutture fatiscenti o comunque caratterizzate da un elevato affollamento. Le precarie condizioni igienico–sanitarie, unitamente al fatto di provenire da zone affette da malattie non presenti nel nostro Paese possono ingenerare focolai epidemici che devono essere rilevati con tempestività, onde evitare ulteriori conseguenze negative.

Inoltre, considerato il fatto che sono in costante aumento coloro che per vari motivi (turistico, lavorativo, ecc.) si recano in zone affette da malattie a carattere epidemico, si può realisticamente prevedere un incremento dei casi di persone che presentano sintomatologie da far ipotizzare un avvenuto contagio.

Pertanto, considerato che detta problematica supera le limitate competenze comunali sarebbe auspicabile poter disporre, almeno a livello distrettuale, di strutture sanitarie in grado di provvedere sia all’isolamento contumaciale e, ove possibile, al trattamento di persone affette da malattie infettive ad elevata contagiosità e virulenza, al fine di evitare la diffusione degli agenti biologici responsabili della malattia.

Per quanto riguarda l’ambito animale, assurge a rilevanza e quindi competenza della “Protezione Civile” l’ipotesi dell’insorgenza di focolai epidemici di malattie inserite nella lista “A” dell’Organizzazione Internazionale Epizoozie (afta epizootica, pesti suine, influenza aviaria, ecc.).

Le eventuali procedure operative devono essere sempre coordinate dal Servizio Veterinario dell’ASL/BA – Dipartimento di Prevenzione – Unità Operativa Territoriale Bari Sud.

Da ultimo si richiama l’importanza di predisporre specifici piani di evacuazione, qualora strutture zootecniche vengano coinvolte da eventi calamitosi (incendi, allagamenti, terremoti, ecc.), garantendo, nei luoghi di accoglienza degli animali, il mantenimento di adeguate condizioni igienico–sanitarie.

Tali “Piani”, coordinati dal Comune, dovranno vedere il coinvolgimento delle Associazioni di Categoria e del precitato Servizio Veterinario dell’ASL/BA.

Non va sottaciuto, in questa sede, il rischio dell’insorgenza di una eventuale epidemia connessa al circuito oro–fecale (salmonellosi) che si potrebbe determinare dalla presenza di numerosi volatili (colombi stanziali) che infestano alcune zone dell’abitato (via Principe Umberto nei pressi del Comando di Polizia Municipale, Via Imbriani nei pressi del Molino Divella ed altre Vie), la cui soluzione richiede l’intervento del “Sistema Locale di Protezione Civile” che avrà il compito di attivare le previste procedure, coinvolgendo le relative Strutture Operative Sociali di riferimento ed in particolare il Servizio Veterinario dell’ASL/BA.

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