Mentre nel passato le interruzioni nella fornitura di energia elettrica provocavano limitate ripercussioni sul sistema antropico, oggi il problema assume particolare rilevanza atteso che la maggior parte delle attività vengono svolte all’interno delle abitazioni private e dei luoghi pubblici e per cui le stesse vengono inevitabilmente interrotte.
Il grado di dipendenza dall’energia elettrica è stato ultimamente toccato con mano, quando, in data 27 settembre 2003, si verificò il più grave “black–out” della storia nazionale.
La gravità della situazione che si determina è in genere dipendente dalla durata del “black–out”, ma è di tutta evidenza che le condizioni peggiori si hanno in orario notturno durante il periodo invernale, allorché la mancanza di energia elettrica, tra gli altri problemi, può determinare il mancato funzionamento degli impianti di riscaldamento.
A titolo generale si può comunque ritenere che un’interruzione superiore alle 8÷10 ore continuative possa dar luogo a situazioni di emergenza.
Si ricorda che, in caso di “black–out” prolungati, è possibile che le reti di telefonia mobile abbiano dei malfunzionamenti per il sovraccarico di chiamate oppure smettano di funzionare a causa della mancanza di alimentazione dei ponti ripetitori.
In funzione di quanto sopra risulta indispensabile che le strutture strategiche per il sistema di “Protezione Civile” vengano dotate di generatori, in grado di garantire la continuità operativa.